C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancorala marca di fabbrica
Schulze Monaco
c’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buchenwald
più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald
servivano a far coperte per i soldati
non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas
c’è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald
erano di un bimbo di tre anni
forse di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono
c’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole
(C’è un paio di scarpette rosse -Joyce Lussu)
Questa poesia mette i brividi, ma è vero…non bisogna dimenticare cosa accadde nei campi di sterminio!!!! e l’immagine dice tutto!!!!
un saluto….
Molto toccante la poesia..io vivo quei ricordi come se fossero accaduti a me…ho letto il Diario di Anna Frank…favoloso,struggente e toccante….sapere col senno di poi quello che sarebbe accaduto….una preghiera per loro…..un abbraccio forte per te e torna a trovarmi presto…CINDERELLA
Struggente, quanto vera questa poesia ,che ci fa ricordare l’immane tragedia dei campi di sterminio. Mai dimenticare e sperare che mostruosità del genere non accadano più.
Ciao Goccia un saluto e buon fine settimana.
e come si potrebbe dimenticare una tragedia del genere? mi è bastato leggere scarpette numero 24 per capire di cosa trattava questa poesia….. no, non dimentichiamo, saluti tristi ora…. e buon weekend a te cara goccia. Moly
i tremendi crimini del genere “umano”, non ci sono parole per definire quanto è accaduto ieri e quanto continua a succedere oggi, dalle mine camuffate da giocattoli che mutilano tanti bambini alle guerre “in nome della pace”.
Purtroppo quella tragedia non ha insegnato nulla.
Veramente bella e delicata la poesia.
Buon fine settimana ed una carezza da pulvigiu.
L’orrore e la tristezza,lieve come un soffio di asciutto vento
che ha asciugato anche le lacrime
Ciao
Elisa
Mamma mia, che orrore… già scrissi di un altro genocidio…
Buona domenica e grazie per il passaggio
Nora
sai è bene ricordare , ma oggi sono fermamente convinto che dovremmo ricordare anche tutte le altre scarpette rosse meno famose o bambini che non avevano nemmeno scarpette e le stragi etniche che si compiono in posti dimenticati dell’africa o dovunque. Come ho scritto ( devo ripetermi) che Dio o chi per Lui ci dia la forza che non si ripetano più certi episodi. Con amarezza dico : Non ci credo.
gowen
E’ una pagina di storia che fa ancora tanto male. Troppo male. Ed è giusto che faccia male. Guai se non lo facesse! E ricordare è DOVEROSO per ognuno di noi, proprio perché fa male. Proprio perché non dobbiamo in alcun modo permettere che la storia si ripeta. Eppure si ripete ogni giorno. E sono d’accordo con Gowen… sono tante, tantissime le scarpette di cui non dobbiamo perdere la memoria… ancora più recenti… attuali, anzi… che nessuno di noi vede o forse vuole vedere.
Laura
La poesia più toccante che io abbia letto anche perchè io mi metto nei panni di quelle persone . la consiglio di leggere a tutti per non dimenticare la strage che è successa.
la poesi più bella
la poesi più bella
la poesi più bella
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